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giovedì 17 aprile 2014

The machine (sub-ita)


  • Titolo italiano: The machine
  • Regista: Caradog W. James
  • Anno: 2014
  • Cast principale:  Caity Lotz, Toby Stephens, Denis Lawson, Sam Hazeldine, Ben McGregor
  • Autore letterario: -
  • Voto film (da 1 a 10): 8
  • A chi può piacere: agli amanti della fantascienza con ritmi thriller ed ai nerd amanti delle speculazioni sulla I.A.
  • Vai allo streaming del film



Il film sembra ambientato in un futuro non lontano, oppure forse in un presente alternativo al nostro, dove il Regno Unito si prepara ad una possibile imminente guerra contro la Cina. Tra le due nazioni vi è uno stato di forte tensione, una guerra fredda che spinge la Difesa inglese a sviluppare progetti di intelligenza artificiale da impiantare, tramite chip, su ex soldati con danni al cervello. Nello stesso stabilimento segreto si realizzano avanzate protesi bioniche per sostituire arti o altre parti del corpo danneggiate, il tutto allo scopo di creare potenti macchine-soldato da usare nell'eventuale guerra.

Uno dei protagonisti è Vincent, un eminente esperto di intelligenza artificiale, che nel suo lavoro di ricerca vorrebbe arrivare a creare un cervello artificiale, che non solo sia capace di superare il test di Turing, ma che rappresenti realmente una mente pensante. Egli nel film è anche fortemente motivato a riuscirci, perché ne ha bisogno per un importante scopo, che non spiegherò per non spoilerare troppo a chi non ha visto la pellicola.

Una convincente Caity Lotz è l’altra protagonista principale della storia, Ava, che ha creato una I.A. molto complessa, che riesce a catturare l'attenzione di Vincent. Inizialmente Ava fa mettere alla prova il proprio software in un test di Turing da Vincent, è convinta che lo stesso Vincent stia cercando programmatori esperti di I.A. e che se il suo Programma dovesse superare il test, otterrebbe un grosso finanziamento per continuare a lavorarci su.

L’ultima cosa che voglio aggiungere della trama è che alla fine si arriverà a creare una macchina umanoide completamente artificiale, da qui il significato del titolo del film: The machine.

Voglio fare una menzione speciale per la bambina che interpreta la figlia di Vincent: l'ho reputata molto brava e credibile nel recitare una parte che considero non facilissima.

Il film l’ho trovato ben congegnato, con alcune scene di thrilling e con un finale ricco d’azione. Gli effetti speciali non sono usati, come direbbe Renè Ferretti, alla ca… di cane, sono adatti allo scopo senza strafare in inutili eccessi e le recitazioni generali degli attori riescono ad essere all'altezza, tenendo bene la scena.

Io sono molto amante di quella fantascienza che ha come protagonisti degli interessanti esseri artificiali. Le vogliamo chiamare macchine? Oppure robot, androidi o cyborg,  tutti questi sono i nomi con i quali nella fantascienza si individuano esseri parzialmente o totalmente artificiali, dalle sembianze più o meno umane e dall'intelligenza talmente sofisticata da essere capace, a volte, di arrivare all'autocoscienza.

Asimov nelle sue opere di fantascienza scritta ha creato moltitudini di robot, rendendoli interessanti attraverso la formulazione delle tre leggi della robotica, che impiantate nell'hardware del cervello positronico, rendevano i suoi uomini artificiali virtualmente impossibilitati non solo all'omicidio, ma anche al solo recare danno ad un essere umano, eppure in quasi ogni storia, per un motivo o per l’altro c’era sempre qualche ingegnosa eccezione che si intrecciava nella trama, facendo funzionare i robot diversamente da come avrebbero dovuto e rendendo la storia più avvincente.

Una delle cose che mi è piaciuta in questo film è proprio quell'oscillare tra pericoloso e non pericoloso del personaggio protagonista androide, o forse dovrei dire ginoide, come se fosse un robot di Asimov alle prese con una di quelle eccezioni  alle leggi della robotica, crea quel pathos dovuto al fatto che non sai bene come potrebbe andare a finire. Inoltre risorge il solito dubbio:  se creiamo delle macchine intelligenti e invincibili o comunque molto più forti dell’uomo, come facciamo a sapere che non si rivolteranno contro il loro creatore, distruggendo l’umanità?

venerdì 4 aprile 2014

After the dark - the philosophers (sub-ita)



  • Titolo italiano: After the dark - the philosophers
  • Regista: John Huddles
  • Anno: 2013
  • Cast principale:  James D'Arcy. Sophie Lowe, Daryl Sabara, Freddie Stroma, Rhys Wakefield, Bonnie Wright
  • Autore letterario: -
  • Voto film (da 1 a 10): 7,5
  • A chi può piacere: agli amanti dei thriller psicologici e a chi piace filosofeggiare 
  • Vai allo streaming del film



La storia è incentrata su un gruppo di ragazzi, sono una classe nell'ultimo giorno di scuola delle superiori, ed il loro insegnante di filosofia invece di lasciar festeggiare gli studenti, felici di essere ormai prossimi al diploma, decide meschinamente (ho faticato a trovare 'sto sinonimo, volevo dire BASTARDAMENTE) di costringerli ad un ultimo esperimento di logica, un test intellettivo in conseguenza del quale ad ognuno di loro verrà dato un voto scolastico decisivo. I diplomandi saranno costretti ad immedesimarsi in una sorta di crudele gioco di ruolo, che li vedrà costretti ad interpretare dei personaggi, ognuno con la propria specifica professione e poi scegliere, secondo logica, in una situazione estrema, dove solo alcuni possono sopravvivere, chi è giusto e logico che si salvi e chi invece sia sacrificabile e dunque destinato a morire.

Nonostante il fatto che quanto proposto dal professore sia un esperimento solo mentale, noi che guardiamo il film abbiamo il privilegio e la fortuna di vedere, come se fosse reale, lo svolgersi del gioco di ruolo nello scenario nel quale esso viene ambientato. Vi anticipo che il film non termina alla fine di questo primo test, ma non voglio svelare troppo della trama.

Io ho trovato questo film molto intrigante, è uno di quei film che se lo vedi con diverse persone stimola un dibattito. In particolare io sono affascinato da storie che, come questa, spiegano l'effetto dell'effettuare delle scelte, perché ogni scelta è come un bivio in una strada e quello che troverai nel tuo cammino, dipenderà da quale percorso sceglierai in quella biforcazione.

Per me è un film che vale la pena vedere, da un punto di vista scientifico ci sono tante piccole inesattezze, ma a mio avviso l'essenza della trama non ne viene danneggiata. Infine voglio spezzare un'ultima lancia a favore di questa pellicola: devo ammettere che a me personalmente, dopo la visione, mi ha lasciato una bella sensazione di soddisfazione per averlo guardato, e con i film insipidi che ci sono in circolazione questo non è poco.