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Questo film è ambientato in un futuro prossimo, non distante dal nostro presente, dove la tecnologia è riuscita nell'intento di creare l'intelligenza artificiale con la complessità e la credibilità tipica dell'intelligenza umana.
In questo futuro molti oggetti saranno capaci di rispondere in maniera interattiva alla voce degli utenti e capire senza problemi il linguaggio naturale, in questa ambientazione si muove il protagonista, Theodore, un malinconico personaggio che per lavoro scrive delle lettere per conto di persone che gliele commissionano, il tutto interagendo con la propria voce con il computer della sua postazione di lavoro.
L'altro protagonista principale di questa storia non è un uomo, ne una donna e neanche un animale, è OS 1, un innovativo sistema operativo per computer, dotato della su citata intelligenza artificiale. Una volta avviato il sistema operativo, si configura chiedendo qualche informazione all'utente, Theodore decide di scegliere una voce, e quindi una personalità, femminile per il proprio OS 1, che con gran sorpresa del nostro protagonista decide autonomamente di darsi il nome: Samantha.
Samantha si rivelerà per Theodore un ottima compagnia, capace di capirlo, di farlo sorridere, divertire e addirittura in alcune occasioni di offrire un aiuto psicologico degno di un terapista. Col sostegno morale e la complicità che si instaura con Samantha il malinconico e triste Theodore rifiorisce a nuova vita, tornando ad essere una persona felice e piena di buon umore.
Ovviamente la storia non si conclude qua, ma avendo già spiegato tanto riguardo la trama, da questo punto di vista penso sia meglio non spoilerare oltre.
Questo film l'ho visto due volte, la prima volta in inglese con sottotitoli in italiano e la seconda direttamente in italiano. Della prima esperienza ricordo di essere rimasto particolarmente colpito dalla suadente voce di Samantha, che appartiene alla celebre attrice Scarlett Johansson. Samantha nel film non ha un corpo, è solo una voce, perciò la recitazione dell'attrice era resa più difficile, in quanto le emozioni potevano trasparire solo dal tono, dalle inflessioni e dalla modulazione della sua voce. Quando lo rividi in italiano notai che nel film, la resa della voce della doppiatrice italiana, non era dello stesso livello di quello della Johansson. Sono comunque sicuro che molti saranno pronti a sacrificare la perdita della voce di Scarlett, in quanto magari non capiscono l'inglese abbastanza da poter seguire il film in lingua originale, quindi apprezzeranno il fatto di non dover passare tutto il tempo a leggere i sottotitoli e di potersi concentrare maggiormente sull'aspetto visivo della pellicola. Anche l'attore maschile protagonista, Joaquin Phoenix ha recitato molto bene, rendendo Theodore pregnante e ben caratterizzato.
Diverse volte, in alcuni tratti del film, compare un certo personaggio che ho trovato divertente, un omino, protagonista di un videogioco al quale gioca Theodore, lo voglio menzionare perché nonostante il suo linguaggio scurrile ed i suoi modi rozzi riesce ad essere veramente simpatico.
Se un film ha una forte pubblicità a spingerlo, penso si crei una grossa aspettativa nel pubblico, che se poi non si rivelerà all'altezza potrebbe creare una delusione, di contro se un film non è particolarmente famoso e ti capitasse di vederlo casualmente, se è ben realizzato potresti rimanerne veramente colpito. Questo nel mio caso è successo con questa pellicola, non avevo aspettative e alla fine ho trovato il film ben più che guardabile, gli ho dato un nove su dieci. Non escludo che una volta metabolizzata ulteriormente, questa commedia drammatica, potrei dargli anche il voto di dieci su dieci, perché a pensarci bene, non c'è una virgola che cambierei di questo film. È veramente ben realizzato, i dialoghi sono coinvolgenti e son capaci di portarti dalla risata alla tristezza nell'arco di due minuti, in un susseguirsi di emozioni positive e negative. Per questo motivo se vi capiterà di immedesimarvi troppo, perché siete anche voi in quel momento malinconici, potreste facilmente ritrovarvi con gli occhi lucidi.
Chi cerca della fantascienza piena di azione e di effetti speciali strabilianti, dovrà cercarsi un altro prodotto, perché in questo film, il futuro tecnologico rappresentato, ha lo scopo di essere solamente perfettamente funzionale alla trama.
Questo lungometraggio racconta anche uno spaccato della vita di oggigiorno, di tecnologie che ci permettono sì di interagire con diverse persone, come facebook, chat, email, forum ed sms; ma contemporaneamente quella stessa tecnologia che ti immerge in un mondo globale dove non esistono distanze, ti allontana dal mondo reale, fisico e delle persone che ti sono accanto.
Questo film mi ha fatto ricordare un episodio. Qualche tempo fa ho visto in un bar due persone che parevano una coppia, sulla cinquantina, entrambi erano con un iphone in mano, erano seduti accanto l'uno a l'altra e chattavano/messaggiavano o chissà cos'altro con il loro status symbol hi-tech. Per forse mezz'ora che son stato lì, che io abbia notato non si sono mai parlati ne guardati e ho trovato la cosa assai triste e allo stesso modo terribile, questo film parla anche di questo: di quanto si può essere soli, anche circondati da centinaia di persone.
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sabato 3 maggio 2014
Lei
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giovedì 17 aprile 2014
The machine (sub-ita)
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Il film sembra ambientato in un futuro non lontano, oppure
forse in un presente alternativo al nostro, dove il Regno Unito si prepara ad
una possibile imminente guerra contro la Cina. Tra le due nazioni vi è uno stato di forte
tensione, una guerra fredda che spinge la
Difesa inglese a sviluppare progetti di intelligenza artificiale da impiantare, tramite chip, su ex soldati con
danni al cervello. Nello stesso stabilimento segreto si realizzano avanzate protesi bioniche per sostituire arti o altre parti del
corpo danneggiate, il tutto allo scopo di creare potenti macchine-soldato da usare nell'eventuale guerra.
Uno dei protagonisti è Vincent, un eminente esperto di
intelligenza artificiale, che nel suo lavoro di ricerca vorrebbe arrivare a
creare un cervello artificiale, che non solo sia capace di superare il test di Turing, ma che rappresenti realmente una mente pensante. Egli nel film è anche
fortemente motivato a riuscirci, perché ne ha bisogno per un importante scopo,
che non spiegherò per non spoilerare troppo a chi non ha visto la pellicola.
Una convincente Caity Lotz è l’altra protagonista principale
della storia, Ava, che ha creato una I.A. molto complessa, che riesce a
catturare l'attenzione di Vincent. Inizialmente Ava fa mettere alla prova il
proprio software in un test di Turing da Vincent, è convinta che lo stesso Vincent stia cercando programmatori esperti di I.A. e che se il suo Programma dovesse
superare il test, otterrebbe un grosso finanziamento per continuare a lavorarci
su.
L’ultima cosa che voglio aggiungere della trama è che alla
fine si arriverà a creare una macchina umanoide completamente artificiale, da qui il significato del
titolo del film: The machine.
Voglio fare una menzione speciale per la bambina che interpreta la
figlia di Vincent: l'ho reputata molto brava e credibile nel recitare una parte
che considero non facilissima.
Il film l’ho trovato ben congegnato, con alcune scene di
thrilling e con un finale ricco d’azione. Gli effetti speciali non sono usati,
come direbbe Renè Ferretti, alla ca… di cane, sono adatti
allo scopo senza strafare in inutili eccessi e le recitazioni generali degli attori riescono
ad essere all'altezza, tenendo bene la scena.
Io sono molto amante di quella fantascienza che ha come
protagonisti degli interessanti esseri artificiali. Le vogliamo chiamare macchine?
Oppure robot, androidi o cyborg, tutti
questi sono i nomi con i quali nella fantascienza si individuano esseri parzialmente
o totalmente artificiali, dalle sembianze più o meno umane e dall'intelligenza talmente
sofisticata da essere capace, a volte, di arrivare all'autocoscienza.
Asimov nelle sue opere di fantascienza scritta ha creato moltitudini
di robot, rendendoli interessanti attraverso la formulazione delle tre leggi della robotica, che impiantate nell'hardware
del cervello positronico, rendevano i suoi uomini artificiali virtualmente impossibilitati non
solo all'omicidio, ma anche al solo recare danno ad un essere umano, eppure in
quasi ogni storia, per un motivo o per l’altro c’era sempre qualche ingegnosa eccezione
che si intrecciava nella trama, facendo funzionare i robot diversamente da come
avrebbero dovuto e rendendo la storia più avvincente.
Una delle cose che mi è piaciuta in questo film è proprio
quell'oscillare tra pericoloso e non pericoloso del personaggio protagonista androide, o
forse dovrei dire ginoide, come se fosse un robot di Asimov alle
prese con una di quelle eccezioni alle
leggi della robotica, crea quel pathos dovuto al fatto che non sai bene come potrebbe andare a finire. Inoltre risorge il solito dubbio: se creiamo delle macchine intelligenti e
invincibili o comunque molto più forti dell’uomo, come facciamo a sapere che
non si rivolteranno contro il loro creatore, distruggendo l’umanità?
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venerdì 4 aprile 2014
After the dark - the philosophers (sub-ita)
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La storia è incentrata su un gruppo di ragazzi, sono una classe nell'ultimo giorno di scuola delle superiori, ed il loro insegnante di filosofia invece di lasciar festeggiare gli studenti, felici di essere ormai prossimi al diploma, decide meschinamente (ho faticato a trovare 'sto sinonimo, volevo dire BASTARDAMENTE) di costringerli ad un ultimo esperimento di logica, un test intellettivo in conseguenza del quale ad ognuno di loro verrà dato un voto scolastico decisivo. I diplomandi saranno costretti ad immedesimarsi in una sorta di crudele gioco di ruolo, che li vedrà costretti ad interpretare dei personaggi, ognuno con la propria specifica professione e poi scegliere, secondo logica, in una situazione estrema, dove solo alcuni possono sopravvivere, chi è giusto e logico che si salvi e chi invece sia sacrificabile e dunque destinato a morire.
Nonostante il fatto che quanto proposto dal professore sia un esperimento solo mentale, noi che guardiamo il film abbiamo il privilegio e la fortuna di vedere, come se fosse reale, lo svolgersi del gioco di ruolo nello scenario nel quale esso viene ambientato. Vi anticipo che il film non termina alla fine di questo primo test, ma non voglio svelare troppo della trama.
Io ho trovato questo film molto intrigante, è uno di quei film che se lo vedi con diverse persone stimola un dibattito. In particolare io sono affascinato da storie che, come questa, spiegano l'effetto dell'effettuare delle scelte, perché ogni scelta è come un bivio in una strada e quello che troverai nel tuo cammino, dipenderà da quale percorso sceglierai in quella biforcazione.
Per me è un film che vale la pena vedere, da un punto di vista scientifico ci sono tante piccole inesattezze, ma a mio avviso l'essenza della trama non ne viene danneggiata. Infine voglio spezzare un'ultima lancia a favore di questa pellicola: devo ammettere che a me personalmente, dopo la visione, mi ha lasciato una bella sensazione di soddisfazione per averlo guardato, e con i film insipidi che ci sono in circolazione questo non è poco.
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lunedì 31 marzo 2014
Snowpiercer (ita)
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Snowpiercer è un film ambientato nel 2031. Gli unici esseri umani che pare abbiano avuto la fortuna di salvarsi da un apocalisse climatica, che ha trasformato la terra in un ghiacciolo inospitale, vivono in un lunghissimo treno che è partito 18 anni prima, nel 2013. A quel tempo infatti risale la catastrofe, da allora il treno non si è più fermato. Perché? direte voi… Beh, così il regista si è potuto inventare un futuristico motore a moto perpetuo, che può far andare aventi il mezzo all'infinito!
Nei vagoni di coda vivono in condizioni di miseria, i più sfortunati, hanno poco cibo, poca acqua e non hanno accesso al minimo lusso. Nei vagoni centrali, vivono i più fortunati che alla faccia dei poveracci si godono la vita con droghe, lussi, sfarzo e cibo di qualità. Nella testa del treno abbiamo l’inventore della locomotiva, che governa il treno, sia in senso di conduzione del convoglio che di autorità che gestisce il popolo che lo abita.
Insoddisfatti dei continui soprusi da parte dei soldati ed intenzionati a riguadagnare la giusta dignità, alcuni del vagone di coda decidono di organizzare una rivolta e spalleggiati da un gruppo di coraggiosi, partono alla conquista della testa del treno.
Il film finisce con… scherzo! Non lo dico, tranquilli.
Comunque per come la vedo io, inquadrare questo film come fantascienza è una forzatura, troppe le incongruenze e le imprecisioni scientifiche su cui tutto si basa. Il film si salva perché le scene di azione son ben girate e alla fine quella lotta di classe di poveri contro ricchi richiama quei temi sociologici che piacciono ad una buona fetta di cinefili.
Personalmente penso che il regista non avesse la pretesa di dare un significato psico-sociale alla vicenda, penso invece che abbia voluto spalmare qua e la un po' di conflitto di classe, con un pizzico di etica controversa da situazione estrema, il tutto senza approfondire ne dargli spessore, cioè solo come un piccolo substrato per dare senso alle scene di violenza e di azione che sono il vero intento ed il vero motore del film.
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Divergent (ita)
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La storia è ambientata in un futuro imprecisato, a Chicago, la città porta gli evidenti segni di una qualche precedente guerra. La società che la abita è divisa in fazioni, ogni fazione assolve ad un compito nella collettività, e la scelta della fazione di appartenenza avviene al momento del passaggio dall'adolescenza alla vita adulta, un operatore effettua un test psichico analizzando delle allucinazioni indotte e in questa maniera si determina la fazione a cui più l'indole di una persona si addice.
A differenza del classico genere distopico dove c'è sempre qualche sistema totalitario che tiene il popolo in miseria, sotto oppressione militare o lo priva di molte delle classiche libertà fondamentali degli individui, qui ci troviamo in un ambiente piuttosto pacifico con un sistema delle fazioni che garantisce una certa stabilità. A testimoniare che all'inizio questo film vorrebbe dare un immagine di una società utopica piuttosto che di una distopica c'è ad esempio il fatto che alle persone che effettuano il test psichico di cui ho parlato prima, non gli viene imposto di andare nella fazione risultante dal test, ma sono liberi di scegliere diversamente. Beatrice (Tris), l'eroina del film ha però la caratteristica di non poter essere inquadrata da questo test, che su lei non è capace di dare un esito certo, e per questo è una divergente. I divergenti sono considerati una minaccia per la società, tanto che l'operatrice che gli effettua il test gli consiglia di non svelare a nessuno il fatto che lei sia una divergente.
Quella che sembra una società in pace e ben equilibrata, è in realtà sull'orlo di uno sconvolgimento, e proprio in questa concomitanza la protagonista, con un pugno di alleati si troveranno coinvolti e a dover agire per riportare l'ordine.
Ho trovato il film ben congegnato e l'idea di questa società divisa in fazioni mi ha subito affascinato.
Da reminiscenze universitarie mi pare di ricordare che in psicologia esista il temine divergente per indicare un tipo di intelligenza difficile da misurare, in quanto non segue le solite logiche o regole, una persona con intelligenza divergente trova soluzioni alternative rispetto a quelle a cui la maggior parte della gente penserebbe. La trovo un'idea affascinante e geniale per svilupparci un romanzo di fantascienza e quindi anche un film. La pellicola è tratta da un romanzo di Veronica Roth e fa parte di una trilogia e visto che la trama mi ha coinvolto e convinto, spero che realizzino anche la trasposizione cinematografica degli altri due romanzi. |
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